
Il commesso Gianni racconta come cerca di individuare le reali esigenze del consumatore alle prese con una determinata categoria di prodotto.
Con la prova costume alle porte, molti clienti mi chiedono un estrattore. Che lo consigli un dietologo o che sia una decisione propria per tenersi in forma e superare con grinta il cambio di stagione, l’idea non è sbagliata. Ma siamo sicuri che lui voglia proprio un estrattore?
Io sono Gianni, il tuo commesso di fiducia, e questo è un altro episodio di “Mi serve davvero?”
Come funziona
Andiamo a vedere innanzitutto cos’è un estrattore e come funziona: lavora a basse velocità, spremendo lentamente frutta e verdura per ottenere succhi più ricchi di nutrienti, senza surriscaldare gli ingredienti. Il risultato è un succo più limpido, senza schiuma e con meno ossidazione. Lo scarto sarà quasi totalmente secco, proprio perché tutti gli elementi nutritivi contenuti nella frutta e nella verdura saranno stati estratti, e si può riutilizzare come concime per le nostre piante. L’estrattore è perfetto per chi vuole spremere anche ortaggi a foglia verde, come spinaci, cavolo o sedano, e ottenere un concentrato di salute. Attenzione, però: il succo derivante da un’estrazione va bevuto subito perché, proprio perché ricco di fibre e antiossidanti, il rischio di conservarlo troppo a lungo è quello che perda sostanze preziose e che inizi un principio di fermentazione che non farebbe bene al nostro intestino. Vogliamo un succo fresco e dissetante? Non potendolo mettere in frigo, l’unica soluzione è quella di usare frutta e verdura già freddi. Vogliamo portarci il succo in viaggio per berlo dopo qualche ora? Meglio passare al prossimo prodotto.
Alternativa 1: la centrifuga
La centrifuga, al contrario dell’estrattore, lavora ad alta velocità ed estrae il succo da frutta e verdura, separando il succo dalla polpa grazie alla forza centrifuga. Vi faccio un esempio assurdo: immaginate di riempire il cestello della lavatrice con frutta e verdura sbucciate e poi metterla a 1400 giri. Il prodotto che verrà scaricato dalla lavatrice è – appunto – un centrifugato, quello che rimarrà nel cestello è lo scarto. La centrifuga è più veloce e molto più economica dell’estrattore, ma tende a riscaldare un po’ il succo, facendo perdere qualche vitamina per strada. Ideale per chi ha fretta la mattina e non vuole stare lì a smontare e lavare troppi pezzi. Il centrifugato è molto più limpido dell’estratto, proprio perché non contiene fibre, quindi non c’è rischio che fermenti dopo qualche ora. Si può conservare in frigorifero e consumare con calma anche il giorno dopo. La pecca è che molta polpa sarà ancora ricca di liquidi, per cui io consiglio sempre di fare “due passate” per non perdere troppa sostanza. Inoltre, molti cibi hanno un contenuto veramente irrisorio di acqua, facile immaginare quale sia il succo che possiamo ottenere da un sedano o un finocchio solo grazie alla forza centrifuga. È un po’ come cavare sangue da una rapa.
Alternativa 2: il frullatore
Il frullatore è il classico tuttofare, quello che abbiamo visto in tutti gli episodi di Rocky quando preparava un mega-frullato proteico al mattino. Frulla tutto, kiwi, sedano e zenzero, ma non separa il succo dalla polpa (o dalle bucce). Ottimo per chi ha poco tempo da dedicare alla pulizia, perché è molto più immediato da pulire rispetto alla centrifuga o all’estrattore. Realizza bevande dense come frullati, smoothies e frappè. Se invece si staicercando un succo “pulito” e leggero da bere come una spremuta, non è lo strumento più indicato. Ma se ci si vuole sentire un po’ salutista senza rinunciare alla consistenza, allora ci siamo. In questo caso, per avere un succo fresco basta aggiungere del ghiaccio al preparato, ma occhio alle lame: non tutte sono in grado di tritare il ghiaccio. Soprattutto quelle dei prodotti più economici.
Alternativa 3: lo spremiagrumi
Lo spremiagrumi, ossia il vecchio caro rimedio della nonna al raffreddore. Perfetto per arance, limoni, pompelmi. Fa solo quello, ma lo fa bene. È un prodotto economico, facile da pulire e regala in pochissimo tempo una spremuta dissetante nonché ricca di vitamina C. Se la dieta del cliente finale si basa principalmente su spremute mattutine e non ha velleità da “guru del detox”, allora potrebbe anche fermarsi qui. Nel caso lo utilizzi tutti i giorni, però, il consiglio che posso dare è quello di non bloccarsi al modello da 12 euro.
Alternativa 4: la novità del momento
E poi ci sono loro, gli outsider da tenere d’occhio. Nutribullet, ad esempio, ha proposto un frullatore “due in uno”. Lo stesso bicchiere dove viene frullato il preparato si smonta e si può utilizzare per berlo al volo. È letteralmente un proiettile nutritivo, sia per rapidità di utilizzo che per efficacia. Pochissimo spreco, facile da pulire, e in alcune versioni è anche portatile: immagina di produrre un frullato di frutta fresca alla scrivania, davanti agli occhi sbigottiti dei tuoi colleghi. Prodotti simili, come il Ninja Blast, seguono lo stesso spirito: portabilità, lame grintose e zero complicazioni. Io personalmente consiglio questi “mini-blender” a chi cerca energia rapida con il minimo sforzo. Se la missione è “più energia, meno fatica”, ecco il compagno giusto. L’estrattore può essere un valido alleato nei cambi di stagione e per affrontare una dieta dimagrante o disintossicante, ma non è l’unico supereroe che può aiutare in questo. Ci sono altri “Avengers” altrettanto efficienti da tenere in considerazione.
Quale (o quali) scegliere dipende dalle esigenze del cliente finale. Vuole qualcosa di veloce? C’è la centrifuga. Preferisce fibre e consistenze? Frullatore. Solo arance al mattino? Spremiagrumi. Si allenia e desidera un boost per lo sport? Ninja. Vuole il massimo da ogni singolo pezzetto di mela o cavolo? Allora sì, estrattore tutta la vita.
Anche per oggi dal vostro Gianni è tutto, alla prossima!
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